Balbuzie

La Balbuzie è essenzialmente un’alterazione del ritmo della parola, nel quale la persona sa con precisione quello che vuole dire, ma non è in grado di esprimerlo con l’emissione di parole corrette e coerenti. Si manifesta con la momentanea incapacità di iniziare un discorso, con arresti e interruzioni nell’articolazione delle parole, con ripetizioni e prolungamenti di suoni ed esitazioni che hanno carattere di involontarietà.

Lo sforzo e la tensione ai quali il soggetto balbuziente è sottoposto nel tentativo di comunicare quello che pensa creano un forte disagio e uno stato di ansia e stress che possono provocare tic, tremori, sudorazione, apnee, aumento del battito cardiaco; una situazione di estremo disagio fisico ed emotivo con conseguente impatto negativo sulla comunicazione.

Cos’è la Balbuzie?

La Balbuzie è essenzialmente un alterazione dei ritmo della parola, nel quale la persona sa con precisione quello che vuole dire, ma non è in grado di esprimerlo con l’emissione di parole corrette e coerenti.

Una caratteristica peculiare della balbuzie è l’estrema variabilità del modo in cui si manifesta; può mutare a seconda dei contesti, delle situazioni ma anche all’interno della stessa conversazione ed è fortemente connessa agli stati emozionali che si vivono. Questa difficoltà condiziona la vita di tutti i giorni dell’individuo in ogni ambito: affettivo, familiare, sociale.
È fondamentale che la persona con balbuzie venga accolta nella sua globalità ed unicità, per poter indicare un percorso riabilitativo personalizzato.

Renzo Rocca e Giorgio Stendoro sottolineano, che non poter organizzare degli scambi comunicativi in un contesto adeguato, significa non poter esprimere le proprie emozioni, limitando un aspetto fondamentale nella vita di relazione.

Balbuzie:
cause
e conseguenze

La balbuzie è un disordine multifattoriale e multidimensionale, determinato dall’interazione di fattori genetici, neurobiologici, sociali ed emozionali.

A livello epidemiologico la prevalenza della balbuzie interessa dallo 0,72 all’1% della popolazione mondiale, percentuale che può salire al 5% se si prendono in considerazione i casi di insorgenza precoce.

In Italia, su una popolazione di oltre 60 milioni di persone, circa 3 milioni hanno sperimentato la balbuzie per un certo periodo della loro vita e si stima che attualmente 700.000 ne soffrano. Tale disturbo può perdurare anche tutta la vita.

Il massimo di incidenza è tra i 2 e i 4 anni, proprio nel periodo di massima evoluzione del linguaggio verbale.
La forma transitoria della balbuzie interessa il 3/4% dei bambini, mentre la forma cronica, destinata cioè a perdurare anche in età adulta si riduce al 2% circa della popolazione mondiale ed è equamente distribuita in tutti i Paesi del Mondo, senza distinzione di razza, lingua, cultura, ceto sociale.

La possibilità che un bambino balbetti aumenta da tre a cinque volte nel caso in cui uno dei genitori abbia balbettato o sia ancora balbuziente. Colpisce in misura decisamente maggiore i maschi rispetto alle femmine con una percentuale di 4:1.
Yairi, E.& Ambrose, N.(2013) Epidemiology of stuttering: 21st century advances. Journal of Fluency Disorders 38. 66-87.)

Questo elevato numero richiede trattamenti professionali erogati da professionisti competenti ed aggiornati dal punto di vista scientifico attraverso moderni trattamenti riabilitativi e di counseling, in modo da poter trattare il disturbo nel modo più efficace ed efficiente possibile.
(Ehud Yairi Ph. D. University of Illinois, Tel Aviv University 2015)

Balbuzie:
nelle differenti età

• Bambini
• Adolescenti
• Adulti

Con la tecnica Stendoro-Rocca l’età anagrafica non è un problema; la tecnica una volta acquisita permette di liberare la mente e le energie che normalmente la persona con balbuzie dedica a controllare il blocco e gestire l’ansia ad esso connessa.
Una comunicazione non naturale, perchè mediata da difficoltà d’eloquio, condiziona anche l’ascoltatore, coinvolto sia a livello fisico che psicologico nelle difficoltà dell’altro.
A livello comportamentale chi ascolta tende ad evitare di guardare negli occhi chi balbetta, volgendo lo sguardo altrove. Queste risposte emotive e comportamentali denunciano una comunicazione non efficace e un forte disagio sia da parte del soggetto che dell’interlocutore.

BAMBINI – ADOLESCENTI

Le relazioni interpersonali sono un elemento fondamentale per l’adattamento psico-sociale dei bambini e degli adolescenti, queste sono influenzate da una moltitudine di fattori, quali l’aspetto, la salute fisica, la capacità di relazionarsi con gli altri e di percepirsi abile in questo.

I genitori di bambini e ragazzi con balbuzie, appaiono comprensibilmente preoccupati, rispetto alle possibili esperienze negative e restrizioni della partecipazione alla vita sociale.

Riconoscendo le potenziali conseguenze negative del disturbo quali ad esempio il vissuto di inadeguatezza nella relazione con i pari o le limitazioni nell’orientamento scolastico diventa fondamentale l’attivazione di interventi tempestivi.

Il coinvolgimento dei genitori è essenziali per aiutare i figli a comprendere le cause della loro difficoltà e imparare a gestire la propria comunicazione durante i programmi di intervento.

La balbuzie negli adolescenti e la scuola

Nel loro percorso di crescita, i bambini e gli adolescenti sono profondamente influenzati dalle esperienze vissute all’interno dell’ambiente scolastico, sia in termini di acquisizione di conoscenze, ma anche di relazioni interpersonali con insegnanti e compagni di classe.

Il contesto educativo pone molta enfasi sulle abilità comunicative quindi la presenza di un disturbo come la balbuzie, può incidere pesantemente sul benessere della persona. Molti insegnanti infatti riscontrano che il ragazzo/a con balbuzie, preferisce far credere di non essere preparato, piuttosto che esternare la sua difficoltà nella produzione verbale, in particolare durante l’interrogazione o la lettura ad alta voce.

Durante il percorso di terapia, richiediamo un coinvolgimento attivo degli insegnanti al fine di far vivere esperienze comunicative positive, mai potute sperimentare prima. Inoltre promuoviamo incontri e seminari a scuola con il corpo docente per una corretta sensibilizzazione al problema balbuzie e per prevenire fenomeni di bullismo ed emarginazione sociale.

ADULTI

La balbuzie negli adulti: scelte, rinunce e frustrazioni nel mondo del lavoro

La balbuzie incide sulla qualità della vita della persona, può condizionare le decisioni rispetto al proseguimento degli studi e la scelta della carriera lavorativa. Questo disturbo spesso porta la persona che ne è afflitta a ripiegare in professioni in cui è richiesto una ridotta comunicazione verbale.

Spesso la persona nell’esperienza quotidiana del balbettare può sperimentare stati di profonda insicurezza e ansia.
Rocca Stendoro, 2016.

Balbuzie:
aspetti psicologici

Quali impatti ha la balbuzie sulla vita.

La natura complessa della balbuzie nel corso degli anni ha visto l’avvicendarsi di diverse ipotesi sulle sue cause; per molto tempo le teorie psicologiche hanno spiegato questa difficoltà in termini di problemi legati alla natura emotiva o a particolari tratti della personalità. Oggi grazie agli studi scientificamente condotti sul sistema nervoso (neuroscienze) sappiamo che problemi psicologico-emotivi quali ad esempio alti livelli di ansia, si manifestano come conseguenza del disturbo e non ne sono la causa, ma possono contribuire al suo mantenimento.

Comunicare è poter condividere emozioni, ma se solo l’idea di pensare ad un’emozione mi blocca come posso comunicare con l’altro il mio sentire?
Ecco il famoso circolo vizioso: lo stress e l’eccitazione emotiva in un soggetto balbuziente produce un blocco fonatorio, e questo a sua volta crea ancora più stress e tensione. Questo circolo vizioso va interrotto proprio nell’evitare il blocco pre-suono. E qui inizia il nostro trattamento.

FAQ - domande frequenti

È fondamentale valutare il disturbo nella sua globalità, identificando indici predittivi di possibile cronicizzazione e avviare un percorso individualizzato in cui la partecipazione attiva dei genitori è l’elemento centrale.

Esiste una predisposizione ereditaria che non necessariamente porterà alla manifestazione del disturbo

Non è un problema psicologico ma certamente il non poter comunicare il proprio pensiero e le proprie emozioni liberamente può creare delle difficoltà anche di natura psicologica.

Intervenire al più presto, prima che il sintomo si cronicizzi e si sperimentino frustrazioni e limitazioni sociali ed affettive.

Non si risolve spontaneamente, anzi innesca comportamenti come l’uso di strategie verbali, sinonimi e giri di parole, e non verbali come la modificazione del tono della voce o una accentuata gestualità accompagnatoria che condizionano la spontaneità del parlato.

Questi fattori possono contribuire a far scatenare il disturbo in un soggetto predisposto alla balbuzie o ad aggravarlo se è già presente, ma non ne sono la causa.

Si, perché gli studi scientifici ci dicono che il bambino manifesta consapevolezza delle difficoltà fin dall’esordio, in età precoce.

No, la variabilità è una delle caratteristiche principali, che può variare a seconda delle situazioni, delle condizioni emotive e dei contesti.